Giacomo ‘Mamo’ Bernini, terza linea dei Lions Amaranto Livorno, nato il 22 ottobre 1989, alto 193 cm e peso 107 kg, è, tra gli sportivi in attività, in forza alle varie squadre livornesi, l’unico, a vantare in carriera titoli tricolori. L’avanti labronico ha giocato nel Rovigo e del Petrarca Padova, capaci, rispettivamente nel 2016 e nel 2018, di laurearsi campioni d’Italia. Guarda caso, le due formazioni venete (le uniche realtà da sempre protagoniste nella massima categoria domestica) daranno vita, tra tre giorni, sabato 28 maggio, a Parma, ad un’avvincente finale scudetto. Entrambe sono a quota 13 titoli tricolori. Anche l’anno scorso le due squadre si sono trovate di fronte alla finale scudetto: in extremis, con una meta contestata non poco, furono i rodigini ad imporsi, 23-20. “Fu – ricorda Bernini – una bellissima finale. Partita sempre in bilico, decisa da un sorpasso giunto all’ultimo secondo. Si è trattata di un’ottima copertina per tutto il movimento rugbistico italiano, direzione di gara compresa, che ha visto protagonista anche il nostro concittadino Matteo Liperini. Ho avuto la fortuna di giocare per entrambe le società e l’ulteriore fortuna di vincere con entrambe. Entrambe le esperienze fatte con le due finaliste hanno segnato non solo la mia carriera sportiva ma anche il mio percorso di crescita come uomo. Il coinvolgimento del pubblico e l’interesse creato intorno alla squadra di Rovigo e l’organizzazione del settore giovanile e gli impianti del Memo Geremia del Petrarca Padova sono tuttora fonti di ispirazione di come mi piacerebbe vedere i Lions Amaranto Livorno in un futuro”. “Per chi ho tifato e per chi tiferò sabato? Ad essere onesto l’anno scorso ho simpatizzato per la formazione rodigina. In parte perché alla vigilia della finale era la formazione leggermente sfavorita, ed in parte, forse, anche perché lo scudetto che ho vinto con Rovigo è stato giocato da protagonista, a differenza di quello con Padova che non ho avuto il piacere di giocare nella fase finale”.
Giacomo Bernini ha mosso i suoi primi passi nel mondo della palla ovale con la maglia dei Lions ed è stato uno dei primissimi tesserati della società amaranto. Era presente, sabato 6 novembre 1999 – pochi giorni dopo aver compiuto 10 anni – al primo allenamento di una squadra Lions. Per inciso: insieme a lui, in quella ‘storica’ prima stagione under 12 1999/2000, erano impegnati anche Luciano Scardino e Diego Tamberi, altri due preziosi atleti di mischia (il primo nato nel 1989, il secondo nato nel 1988) tuttora protagonisti, in B, con la squadra livornese. Tutta la trafila nel settore juniores, per Bernini, si è sviluppata con la maglia amaranto. Ha esordito, giovanissimo, nella prima squadra dei ‘Leoni’ nella stagione 2007/08, chiusa con la prima trionfale promozione dalla C1 alla B. Sul validissimo terza linea si sono focalizzate ben presto le attenzioni degli allenatori federali: ‘Mamo’ ha trovato spazio nelle selezioni azzurre giovanili e poi nella nazionale under 21 e nella nazionale emergenti. Le proficue esperienze nell’Accademia di formazione del Centro CONI di Tirrenia gli hanno permesso di maturare ulteriormente. Dopo due stagioni in prestito al Livorno Rugby (serie A1, il secondo campionato domestico), è diventato a tutti gli effetti giocatore professionista con le maglie del San Donà, dei Cavalieri Prato (due secondi posti a livello nazionale: i migliori risultati di sempre per un sodalizio toscano), delle Zebre, del Rovigo, del Petrarca Padova e del Verona. I Lions, come da prassi, non hanno ostacolato il passaggio di un proprio elemento di spessore nell’élite del rugby nazionale. Così come accaduto per Barducci, Basha, Bertini, Citi, Lucchesi, Mannucci, Paris, Tolaini e Valente, gli amaranto, dopo aver ‘lavorato’ e fatto crescere nel proprio vivaio un giocatore di gran talento, lo hanno lanciato nel rugby di alto livello. Le importanti mete di Bernini e degli altri atleti cresciuti nel proprio settore giovanile sono sempre state celebrate da tutta la famiglia amaranto. ‘Mamo’ è rimasto legato ai Lions: non è mai mancata la sua significativa presenza in occasione delle feste di fine anno organizzate dallo stesso club labronico (feste svolte, per tanti anni, nel ‘vecchio’ quartier generale dell’impianto della via della Chiesa di Salviano). Il terza linea, concluso nel 2019 il suo percorso di rugbista professionista, ha compiuto una scelta di vita significativa e ben precisa e, ancor prima di compiere 30 anni, è tornato in forza ai Lions. L’avanti ha contribuito all’ottimo torneo 2019/20 giocato dai livornesi, in B (campionato interrotto a metà per l’emergenza sanitaria; al momento della sospensione i ragazzi allenati da Giampaolo Brancoli erano sesti) e a quello attuale (amaranto quinti a due giornate dal termine). “Abbiamo sempre dato il massimo – assicura – e i due piazzamenti di queste due annate sono i migliori in senso assoluto nella storia dei Lions”.