Domenica 19 aprile 2009, nel quadro della 20° e terz’ultima giornata del campionato di B, girone B (il raggruppamento del centro Italia) 2008/09, i Lions Amaranto Livorno giocarono in trasferta con l’Avezzano, una delle migliori squadre del torneo (marsicani capaci di chiudere la regular season al terzo posto, con sole tre lunghezze di ritardo dalla zona play-off promozione). L’incontro si chiuse con il successo dei padroni di casa 14-3. Per gli amaranto, che terminarono quel campionato al nono posto, a quota 35 punti (il miglior bottino di sempre, nei quattro tornei disputati finora dai labronici in B), una sconfitta a testa alta. Ma ben più dell’aspetto tecnico, quella trasferta rivestì un valore significativo e per mille versi indimenticabile per i protagonisti. È Marco Milianti, classe ’81, all’epoca mediano di apertura dei Lions, a raccontare ciò che accadde fuori dal perimetro del campo. “Andammo in quelle terre – ricorda – pochi giorni dopo il terribile terremoto, che provocò, in un’ampia area dell’Abruzzo, oltre 300 morti e ingentissimi danni. Intorno a quel campo dove disputammo quella partita, si respirava un clima surreale. Con l’occasione della trasferta, trovammo il modo di donare ai terremotati materiale raccolto nei giorni precedenti. La società dei Lions, in vista di quella gara, chiese ed ottenne la prevista autorizzazione della Fir e si fece promotrice della raccolta di vestiti, nuovi o comunque in buono stato, e di vari oggetti da portare a chi in quel sisma aveva perso tutto. Ricordo che riuscimmo, per quella iniziativa, a coinvolgere tante persone di Livorno e non solo di Livorno: tutti disposti ad aiutare chi ne aveva bisogno”. Da quel 19 aprile 2009 sono trascorsi 12 anni. Se non si fosse registrato l’annullamento per l’emergenza della pandemia del Covid-19, Avezzano e Lions – sia pur in gironi differenti – starebbero per concludere, in questa stagione 2020/21, un nuovo campionato di B. Marco Milianti, che pure ha smesso di giocare, fa sempre parte dell’ambiente amaranto. “Mi sento parte del gruppo, che, sono convinto, avrebbe ottenuto buoni risultati anche in questa annata”. Oltre ad un ‘ex giocatore Lions’, il classe ’81 è pure un ‘ex allenatore Lions’. Ha guidato gli amaranto per tre stagioni, in C1, dal 2015/16 al 17/18. “In quel periodo – puntualizza – speravo di poter ricoprire il duplice ruolo di allenatore e tecnico. Purtroppo per problemi fisici, mi ‘sono dovuto accontentare’ di svolgere ‘solo’ il compito di coach”. Sotto la sua conduzione, sono giunti due secondi posti, con la promozione in B solo sfiorata. “Sia nella stagione 2015/16, che nella stagione 2017/18 abbiamo scontato a caro prezzo la presenza, nel nostro girone, di squadre, Viterbo e CUS Siena, in stato di grazia, che non hanno sbagliato un colpo e che hanno vinto sempre. Altrimenti avremmo potuto lottare realmente per il salto di categoria. Non tutto il male, però, viene per nuocere. Il ‘nucleo storico’ è rimasto lo stesso, ma la rosa che avevo a disposizione, si è consolidata. Grazie a mirati innesti di qualità, grazie al lavoro del tecnico Giampaolo Brancoli ed al lavoro del suo staff, che peraltro è lo stesso con cui ho operato io per tre anni, la squadra è cresciuta ed è diventata più ambiziosa. Sono orgoglioso di aver contribuito alla crescita dei Lions e di far ancora parte del gruppo”. Milianti, nel 2000, si è anche laureato campione d’Italia. “Sì, con la maglia del Rugby Livorno under 18 abbiamo vinto il titolo nazionale di categoria. Tra gli altri, tra i miei compagni, figurava in quella squadra anche Andrea Brancoli, che realizzò i punti decisivi. Andrea, indipendentemente da quella favolosa domenica di giugno di oltre venti anni fa, nella quale, a Imola, festeggiammo il titolo tricolore, è mio vero amico da sempre. Abbiamo giocato numerose partite fianco a fianco, lui mediano di mischia e io mediano di apertura. E anche nel periodo nel quale sono stato allenatore-giocatore dei Lions, il suo aiuto e il suo appoggio sono sempre risultati preziosissimi. Non finirò mai di ringraziarlo”.